Cos’è il minimalismo digitale?

Ho scoperto il percorso del minimalismo attraverso la mia volontà di voler ridurre la confusione all’interno del mio mondo digitale. Mettere ordine è qualcosa che mi ha sempre caratterizzato, ma mai mi è sfiorata l’idea che ci fosse una corrente di pensiero con un nome e un principio dietro.

Ma iniziamo dalle basi: cos’è il minimalismo?

Citando Wikipedia:

Si tratta di una concezione di vita dove si tende a possedere, a volere e fare solo quello che davvero è necessario, pertanto essenziale.

Pertanto io mi sono accorta di essere un’accumulatrice di file.

Salvavo tutto in cartelle generali come Documenti o – alla peggio – Download. Anche file doppi, tripli, perché magari dimentica di averli già scaricati o spostati in cartelle di cui mi dimenticavo l’esistenza.

E confrontandomi con amici e colleghi non mi sentivo l’unica, perché anche loro facevano lo stesso. Ma spesso questo stato di disordine mi creava ansia e frustrazione. “Dove è finito quel file? L’ho cancellato? Oddio non lo trovo più”.

Così un bel giorno mi misi a cercare su Google una soluzione al mio problema: “Come mettere ordine nel PC” oppure “Organizzatore di file”, una sfilza di parole chiavi senza correlazione, scorrendo invano siti più o meno plausibili. Tutti che mi offrivano soluzioni che non si adattavano alla mia situazione. Così compresi che non serviva cercare una soluzione preconfezionata, non mi serviva un programma. Mi serviva un metodo, una guida, un punto fisso che non capivo. Come potevo scegliere se quel file serviva o meno, o se mai poteva tornarmi utile in futuro? Non lo potevo sapere.

Così trovai il minimalismo – o per la precisione The Minimalists – un film su Netflix che mi ha aperto un mondo ma soprattutto un termine in cui identificare ciò che cercavo. Una domanda che non riuscivo a pormi.

Così iniziai a guardare fiumi e fiumi di video di “minimalisti” famosi su Youtube – Matt D’Avella è uno tra i tanti – per cercare di costruirmi una linea di pensiero. Ma capii che quello che mi presentavano non era la soluzione, a volte concordavo o meno con quello affermato nei loro video. Così più ne vedevo e più capivo:

Non devo per forza fare come loro, posso costruirmi io il mio concetto di minimalismo.

Così iniziai a pormi delle domande più mirate, e a sfruttare le mie nozioni in archivistica e la mia esperienza. Ho iniziato dividendo per tipologia, poi per finalità. Attenti, lettori, non vi voglio vendere una guida, ma un suggerimento su come costruire il proprio pensiero sul  minimalismo digitale. Non esiste nessun video o testo che vi spieghi come tenere i vostri file, ma solo la vostra volontà nell’applicarlo, una volta individuato.

Così iniziai prendendo la cartella allora più piena, quella dei Download.

Ho così compreso che molti dei miei file erano inutili guardando la data di ultima modifica o indagandone il contenuto:

– Quanto vecchio è?

– Perché l’ho salvato? Quel motivo è ancora valido?

– è un documento legale? (Di questo ne parlerò meglio in un altro articolo)

– Ha un valore affettivo per me?

Ecco, sull’ultima mi vorrei soffermare un po’ di più. Perché magari l’ennesimo file pdf scaricato da un sito sconosciuto potrà finire con più facilità nel cestino una volta consultato, ma il tema scritto all’epoca delle medie no.

la foto delle vostre nuove scarpe sul gruppo delle amiche è più facile da cancellare rispetto al selfie fatto con le proprie amiche in bar (visto anche i tempi recenti).

Come fare a capire se è affettiva per me la foto delle ciabatte di colore diverso mandate a mia mamma la sera tardi? è legata ad un momento particolare che vuoi ricordare? è qualcosa che ti fa nascere un sorriso? O scendere una lacrima?

Ho scoperto tantissimi screenshot nel mio cellulare che potevo non tenere, tante foto non riuscite che non volevo cancellare perché… non si sa mai. Ma non suscitavano in me niente, dopotutto erano foto mosse, storte o non visibili, screenshot di documenti non più pertinenti.

Il file di Word con il tema delle medie magari mi ricorda di quella volta che ho scritto di mio nonno e mi fa nascere un sorriso, ma la ricerca sulla Francia no.

Ecco cos’è per me il minimalismo digitale, eviscerare l’emotività dietro di esso, perché anche un file può essere qualcosa a me molto caro. Dalla foto del mio gatto che russa come un trombone o del video dell’ultimo Natale passato con la nonna.

Basatevi sui vostri sentimenti per decidere se una cosa può finire nel cestino o meno, e abbiate il coraggio di svuotarlo.

Per quanto riguarda la loro conservazione ne parlerò nel prossimo articolo, mi sa che vi ho tediato abbastanza.

Grazie per la lettura e alla prossima!

16 Aprile 2021 - Torna al Blog